Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio dà nuovamente ragione alla Provincia di Viterbo, che vince infatti una nuova battaglia per la difesa ambientale del territorio: l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, che la società A2A voleva realizzare a Tarquinia, alla fine non si farà.
Con la sentenza numero 7000 del 2024, il Tar ha rigettato il ricorso presentato da A2A nei confronti della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e dell’Asl di Viterbo che, unitamente ad altri Enti pubblici, avevano espresso la propria contrarietà alla realizzazione dell’impianto a Tarquinia non concedendo dunque alla società il via libera all’avvio dei lavori.
La vicenda è iniziata nel 2022, quando la Regione Lazio ha espresso una Valutazione di Impatto Ambientale negativa al progetto non sussistendo le condizioni oggettive per realizzarlo a Tarquinia.
L’impianto in questione, relativo al recupero energetico alimentato attraverso la combustione di rifiuti speciali non pericolosi, avrebbe infatti comportato rischi oggettivi sia per le risorse idriche sotterranee e superficiali dell’area che per l’elevata vocazione agricola e turistica della zona, che include al suo interno anche il sito Unesco della necropoli di Monterozzi.
È contro questo provvedimento della Regione Lazio che l’A2A ha presentato ricorso dinanzi al Tar del Lazio. Nel procedimento che ne è conseguito, si è costituita in giudizio anche la Provincia di Viterbo con il legale interno avvocato Paolo Felice che ha presentato ulteriori deduzioni a supporto delle motivazioni della Regione Lazio e della stessa Asl di Viterbo.
Alla fine il Tar ha dato ragione alla Regione Lazio e alla Provincia di Viterbo. Tutto ciò significa che l’impianto di termovalorizzazione non verrà realizzato.
“Sono molto soddisfatto per questa sentenza del Tar che premia il nostro lavoro a difesa del territorio - ha commentato il Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli –. Abbiamo difeso la nostra posizione presentando prove, valutazioni e pareri oggettivi e inconfutabili. L'impianto, se realizzato, avrebbe compromesso la vocazione agricola e turistica di Tarquinia”.
“Deve essere chiaro un altro concetto: Viterbo e la Tuscia non possono diventare una discarica a cielo aperto né tantomeno possono ospitare un impianto di termovalorizzazione a servizio di Roma o di altre province – ha aggiunto il Presidente Romoli -. Ci occupiamo già dello smaltimento di rifiuti provenienti da altre Province, è ora quindi che quest’ultime comincino a fare la propria parte”.
Viterbo, 12 aprile 2024
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